Essere grati senza provare un senso di insoddisfazione perenne, permette di ricordare i passi fatti, rispettare ciò che ci circonda e sapere chi siamo veramente.
Tanti anni fa un mio carissimo amico mi disse: “Dario, siamo sempre alla ricerca di qualcosa, ci manca sempre un pezzo, speriamo sempre che più avanti ci sia un premio che ci aspetta, ma… se la vita fosse questa? se fosse tutto qua?”
Questa frase non l’ho mai dimenticata e in effetti purtroppo è vero, spesso le persone intorno a me mi hanno fatto notare che esprimo un certo grado di insoddisfazione.
Ho ripensato a questa frase anche da poco, appena uscito dal mio periodo molto difficile, che è durato alcuni anni, ma che soprattutto negli ultimi mesi mi ha messo a dura prova.
Un periodo nel quale ho dovuto affrontare tanti problemi insieme e mentre lo stavo vivendo, immerso in tutte le cose da fare, credevo di non farcela.
Ogni giorno mi ripetevo a me stesso che una volta risolti tutti i problemi sarei stato bene e mi sarei sentito sollevato… ma così purtroppo non è stato, perché ho risolto i problemi, ma ho comunque provato un forte senso di insoddisfazione.
Questa cosa mi ha fatto preoccupare, mi sono fermato e ho capito che spesso mi concentro troppo su quello che manca e non su quello che già c’è.
Questo non vuol dire vedere il bicchiere mezzo pieno, poiché quella è un’attitudine su come viene percepita la realtà.
Io qua parlo semplicemente di rendersi conto di ciò che c’è, senza per forza pensare solo ed esclusivamente a ciò che non c’è, quindi tentando di non provare un semplice sentimento di insoddisfazione.
Sono convinto che l’insoddisfazione derivi molto dall’ambizione, la quale è un sentimento sano, perché è un sentimento che porta al progresso e alla crescita.
Però è anche un sentimento che se non è controllato e controbilanciato, può non avere una fine, può portare a una insoddisfazione perenne.
Sono affetto di ambizione da sempre, però questo l’ho sempre considerato in senso positivo, perché mi ha permesso di fare tanto nella vita, ho avuto tante esperienze (forse anche un pochino troppe…).
Tutte queste esperienze, però, erano anche accompagnate da un velo di sofferenza, perché lasciar agire l’ambizione, senza poterla controbilanciare, non mi permetteva di accontentarmi e di godere di quello che raggiungevo.
Ho cercato di capire quale potesse essere l’alternativa all’ambizione e penso che sia semplicemente il “sapersi accontentare”, però anche quest’altra faccia della medaglia porta con sé il suo rischio in eccesso: l’immobilismo.
Allora mi chiedo quale possa essere l’equilibrio tra queste due forze: semplicemente il sentimento di gratitudine, anche se può essere stupefacente.
La gratitudine l’abbiamo sempre vista come un qualcosa da dare in cambio quando riceviamo qualcos’altro, ma non è solo quello secondo me.
La gratitudine è molto di più, è un sentimento molto più ampio e soprattutto è un sentimento personale.
Secondo me può essere declinata sotto tre importanti aspetti che riguardano la nostra vita:
- il percorso che stiamo facendo;
- la situazione che stiamo vivendo;
- il rapporto con noi stessi verso l’esterno.
Essere grati del proprio percorso di vita
Se noi guardiamo al percorso della vita, l’ambizione significherebbe guardare solo avanti, mentre accontentarsi vorrebbe dire fermarsi completamente.
In questo contesto, la gratitudine rappresenta il “fermarsi un attimo” per rendersi conto dei passi fatti, con giustizia e rispetto.
Esattamente come quando sei in un sentiero, sei stanco, ti fermi e sei contento e mentre godi di quel riposo ti guardi indietro, ti guardi intorno e sei pronto a ripartire.
Quindi non riparti avanti con i paraocchi senza vedere ciò che è successo e ciò che ti circonda.
Ciò che è successo è la strada che ti ha portato ad essere chi sei, che ti ha portato fino a quel punto e ciò che ti circonda sono le tue capacità, le tue possibilità per poter andare avanti.
Se vogliamo cambiare metafora, può essere come quando si scala una montagna, la gratitudine in questo caso può essere vista come il picchetto che si mette sul versante, che è collegato ai picchetti precedenti e a quelli successivi.
Quindi è un punto fermo, che ti permette di procedere in sicurezza senza dimenticare il percorso fatto, ma senza sbilanciarti troppo nel futuro, con il rischio di cadere, senza vedere dove stai andando.
Ti permette quindi di essere ben radicato nel tuo presente.
Essere grati nella propria situazione attuale
Dopo aver valutato il proprio percorso e anche importante dare un’occhiata alla propria situazione attuale.
Se vogliamo parlare ancora di ambizione e di sapersi accontentare, l’ambizione è pensare che possiamo sempre migliorare ciò che abbiamo attualmente.
Invece, sapersi accontentare, anche troppo, vuol dire non vedere le possibilità di miglioramento, rimanere ancorati a quello che si possiede con una grande paura di perderlo, dimenticando che tutto è impermanente, quindi in costante cambiamento.
Spesso anche io alterno questi due sentimenti, quindi mi capita di avere paura che qualcosa possa peggiorare oppure mi rendo disponibile per migliorare qualcosa che magari già va bene così.
La gratitudine è un sentimento che ti fa rendere conto che va tutto bene così, senza modifiche, istante per istante, durante i naturali cambiamenti della vita.
Perché non è sempre necessario darsi da fare, magari mossi dalla paura che se non si agisce qualcosa possa peggiorare.
Ovviamente nella situazione attuale ci sono cose che vanno bene o non vanno bene, secondo dei nostri parametri, però è importante dare credito a entrambe le fazioni senza dimenticarne nessuna.
Non bisogna mai dimenticare che questi sono dei nostri parametri interni, poiché magari una persona diversa nella stessa situazione valuterebbe le cose in una maniera diversa.
Inoltre, dovremmo renderci conto che la situazione che stiamo vivendo è semplicemente una delle infinite possibilità che potevano capitarci.
Una possibilità che si è concretizzata in base alle scelte che abbiamo fatto in passato, però è l’unica che esiste e quindi importante darle il giusto rispetto e il giusto valore tramite la gratitudine.
Essere grati con se stessi
Il terzo aspetto riguarda me stesso e il mio rapporto con l’esterno.
Anche in questo caso quindi l’ambizione vuol dire guardare solo all’esterno ed essere insoddisfatti di se stessi, accontentarsi vuol dire chiudersi in se stessi, senza scambi con l’esterno, pensando di non aver bisogno degli altri.
La gratitudine è il giusto bilancio tra interno ed esterno, permette di capire chi si è veramente, senza arroganza e senza presunzione, però all’interno di un contesto generale di interconnessione con il mondo e con gli altri.
Infatti, io prima credevo molto nella crescita personale e nella possibilità di potersi migliorare sempre, mentre ora credo nel benessere esistenziale per poter raggiungere la propria maturità e il proprio equilibrio in connessione con l’esterno.
Esattamente come fa la natura, dove non c’è un miglioramento continuo ed infinito, ma cicli di equilibrio, senza confronto e competizione, ma con una collaborazione reciproca con l’esterno, che nel nostro caso sono le altre persone che ci circondano.
Come non dimenticare di essere grati
Insomma, questi secondo me sono tre aspetti importanti della gratitudine che non andrebbero mai dimenticati.
Ma come fare per non dimenticarli e non ricadere nell’insoddisfazione?
Per me la cosa più semplice è scrivere e quindi nel tempo ho ipotizzato tre semplici liste:
- una che mi permettesse di vedere il percorso fatto, quindi con tutti i problemi che ho risolto
- una che mi permettesse di focalizzarmi sulla situazione che ho attualmente, quindi su tutto ciò che ho
- una che mi indicasse chi sono, quindi nel mio rapporto con l’esterno.
Essere grati per i problemi risolti
Questa lista è nata proprio a valle di quel periodo di difficoltà e insoddisfazione che dicevo all’inizio dell’articolo, dove ho sentito la necessità di non dimenticare che cosa avevo risolto.
Ho passato un periodo molto brutto e non è giusto dimenticare i problemi passati, perché fanno parte di me, così come la loro soluzione e la resilienza che ho usato per superarli.
Fanno parte di me, hanno lasciato il segno, hanno creato la persona che sono adesso, quindi è importante segnare i piccoli e i grandi ostacoli superati nella vita per poter andare avanti.
Notando e rispettando ogni piccolo avanzamento nei nostri progetti, magari anche piccole cose che ci preoccupavano e che invece ora abbiamo superato.
Secondo me è molto importante per essere grati del percorso che si è fatto fino ad oggi.
Essere grati per ciò che si ha
La seconda lista è quella che riguarda che cosa ho.
Ho guardato la mia situazione e ho voluto elencare senza dare per scontato nulla di quello che ho, partendo dalle persone che mi circondano, passando dalle situazioni che sto vivendo e arrivando ai beni materiali.
La stessa cosa ho fatto con una lista di cose “brutte” che non ho, magari cose che non mi piacevano e che non ho più o cose che non ho mai avuto.
Questo mi permette molto di radicarmi nel presente, di capire e di dare valore a tutto ciò che mi circonda senza darlo mai per scontato.
Essere grati di se stessi
Da ultimo, queste due liste mi hanno portato a capire chi sono e a creare un’ultima lista dove ho potuto elencare con delle semplici parole ciò che mi identifica, ciò che mi rappresenta, in maniera autonoma e indipendente svincolata completamente dal resto.
Intendo senza subire i modelli che arrivano dall’esterno, quindi guardarsi dentro e capire chi si è.
Questo è molto importante sia per se stessi, ma anche nel rapporto con il mondo esterno, in maniera tale che uno è anche aiutato nelle scelte che può fare nella vita quotidiana.
Essere grati in conclusione
Questo è un po’ la sintesi del mio pensiero sulla gratitudine.
Non dico che la proposta delle liste possa essere una ricetta valida per tutti, però per me funziona abbastanza bene e ognuno di noi dovrebbe trovare la propria soluzione.
L’importante è non dimenticare il principio alla base, cioè non ricadere nell’insoddisfazione perenne, ma essere grati di tutto quello che si è fatto, di tutto quello che si ha e di tutto quello che si è.
Non è per niente facile farlo, spesso ricado anche io nell’insoddisfazione, penso sia normale.
Soprattutto in questo periodo dove veniamo bombardati da molteplici messaggi che dicono che le cose non vanno bene in noi stessi e che dobbiamo migliorarle in qualche modo dandoci da fare.
In conclusione, quindi, penso che la gratitudine possa essere un valido aiuto, una piccola fortezza dentro di noi, che non può essere abbattuta, alla quale poter tornare magari quando ne abbiamo bisogno per avere un po’ di pace e un po’ di serenità, esattamente come un cielo azzurro che c’è sempre dietro le nuvole.
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