Quante volte ci capita di pensare: “Basta, mollo tutto, parto, sparisco, non mi faccio trovare”. Le motivazioni per voler staccare la spina possono essere tantissime, però sicuramente ci capita di avere qualche volta questo tipo di pensieri.
Magari lo pensiamo in un momento di stanchezza, un momento di rabbia, sperando di poter alleggerire lo stress, oppure le motivazioni possono essere diverse, come far sentire la nostra mancanza a chi non si accorge di noi o far capire il nostro dolore a chi non riesce a vederlo.
Spesso però alla fine non si ha il coraggio di metterli in pratica, perché forse si ha paura di essere giudicati, di uscire dalla massa o di non essere capiti dalle persone care.
Intervengono dubbi tipo “ma poi cosa faccio? ma soprattutto come? se non dovesse funzionare? come funziona il ritorno?”.
Alterniamo, quindi, dei desideri di rottura rispetto alla quotidianità con delle paure che si accompagnano a tutto quello che riguarda la sfera del cambiamento.
Staccare la spina in modo repentino
Naturalmente anche io ci ho pensato spesso, però alla fine non credo sia giusto sparire da un momento all’altro, a meno che non sia proprio estremamente necessario.
I cambiamenti repentini sono una cosa irreale, da film, perché in realtà non si riesce a cambiare la propria vita da un momento all’altro, oppure quando lo si fa, poi si pagano le conseguenze nel tempo.
Io l’ho provato sulla mia pelle, ho provato in passato ad avere delle rotture molto forti dall’oggi al domani, però poi le conseguenze per gestire quella rottura sono tante e diventa più difficile andare avanti con il cambiamento, piuttosto che rimanere nella quotidianità.
Insomma, per dirla in poche parole, anche il cambiamento ha bisogno della sua progettualità.
Inoltre, non credo che sia giusto farlo nei confronti degli altri, perché sicuramente a volte possono essere una fonte di stress, ma allo stesso tempo sono anche una fonte di aiuto e di affetto.
Da ultimo bisogna anche capire se i nostri problemi derivano dall’interno o dall’esterno, perché se arrivano dall’esterno allora è chiaro che modificando l’ambiente o la quotidianità si potrebbe avere un giovamento.
Se invece arrivano dall’interno, poco cambierebbe, perché la nostra mente ci insegue, viene con noi in qualsiasi posto noi andiamo sulla Terra.
Diventa fondamentale capire questo prima di fare cambiamenti dai quali diventa poi difficile tornare indietro.
Staccare la spina per una settimana
Allora io nel mio piccolo ho voluto fare un esperimento partendo da questi presupposti e creando una sorta di isolamento, ma in modo più sostenibile: più breve nel tempo, quindi non permanente o lungo (il famoso anno sabbatico) e in uno spazio più piccolo.
Ho deciso praticamente di prendermi una settimana sabbatica, nella quale ho staccato completamente la spina dal resto del mondo rimanendo semplicemente a casa.
Una sorta di primo esperimento per vedere che cosa sarebbe successo, in quanto reputo fondamentale sapersi fermare per capire bene dove si sta andando.
Perché ho staccato la spina?
La motivazione che mi ha portato a fare questa settimana è stata principalmente il fatto che ho affrontato un periodo molto difficile negli ultimi mesi e mi portavo dietro una grande stanchezza.
Non riuscivo però a ricaricare l’energia nel quotidiano, perché nella vita che abbiamo siamo sempre sottoposti a degli stimoli e delle richieste continui, quindi il tempo per ricaricare l’energia spesso non c’è, da qui deriva la necessità di fermarsi.
Abbiamo sicuramente delle vite troppo complesse, nelle quali ci sono tante regole da seguire che a volte assorbono la maggior parte della nostra giornata senza riuscire ad avere poi il tempo per ricaricare le energie.
Io credo molto nel sapersi fermare, anche stando in solitudine, senza dover sempre stare in compagnia e avendo quindi il modo di guardarsi dentro.
Un po’ come la metafora dello stagno, dove se ci sono sempre delle increspature dovute a delle perturbazioni del vento non si riesce mai a guardare sotto la superficie.
Riducendo tutte le distrazioni, tutti i disturbi che arrivano dall’esterno, le acque si calmano e si può guardare attraverso la superficie fino in profondità.
Come ho fatto a staccare la spina?
Innanzitutto ho cercato di non avere pendenze, quindi ho chiuso tutto quello che era aperto nella mia vita privata e ho delegato invece tutto quello che riguardava il lavoro.
Dopodiché ho spento il telefono, ho messo la segreteria, ho chiuso le chat e non ho usato l’auto, ma solamente la mia amata bicicletta e quindi sono andato in isolamento.
Non sapevo bene che cosa avrei fatto di tutto il tempo libero, i sogni erano tanti.
Però poi mi sono reso conto che semplicemente mi sarei preso molto cura di me e dello spazio dove vivo.
Un po’ come se non avendo altri stimoli esterni si riparte dall’essenza e dai bisogni primari, come mangiare, dormire e il bisogno di sicurezza.
Fondamentalmente a parte quello, ho scritto molto, ho letto molto e ho fatto ordine in casa, pensando, riflettendo e dedicandomi del tempo.
Com’è andata la prova di staccare la spina?
Nella prima fase c’è stato un forte momento di crisi.
Innanzitutto, una specie di crisi di astinenza, perché quando si è sempre connessi, disconnettersi da un momento all’altro è molto difficile, in quanto si ha sempre un senso del dovere, della responsabilità e della reperibilità che è difficile da tenere a bada.
Ho fatto un po’ come Ulisse con le sirene, quindi praticamente non avendo la possibilità di comunicare con il mondo, poiché avevo spento il telefono, ho aspettato che questi tormenti finissero.
Poi c’è stata anche una crisi delle abitudini, quindi quello che si fa quotidianamente, come lavorare o altro.
Alla fine una crisi dovuta al silenzio, perché il silenzio permette di sentire il rumore dei pensieri, in quanto in genere siamo sempre molto impegnati e molto indaffarati in tante cose che non riusciamo ad ascoltarci.
Dopodiché c’è stata una fase di passaggio, di stallo, quasi “di noia”, del tipo “ adesso che cosa posso fare?”.
Quella è stata sicuramente la fase più bella, poiché ho aspettato che qualcosa venisse fuori dall’interno, che qualcosa nascesse dal silenzio, dal vuoto.
Questi vuoti sono stati riempiti da delle nuove abitudini quotidiane, da delle piccole cose che finalmente potevo fare.
La cosa bella è che le ho potute fare con una consapevolezza diversa, con una calma diversa, senza la paura di vederle come una perdita di tempo rispetto a qualcos’altro di meglio da fare, visto che non avevo nient’altro da fare.
Quindi è stato molto bello aspettare, osservare e scoprire che cosa veniva fuori; si tratta di un processo che naturalmente per ognuno di noi è diverso.
Ho percepito quindi una grande presenza mentale e fisica, con molta lentezza e molta calma.
Ho cercato inoltre di ridurre al minimo i bisogni, portandoli all’essenziale, per far venire fuori i desideri, quelli chiari, puliti, autentici e senza obblighi o forzature.
Tra cui anche un forte desiderio di vedere le persone.
Mentre prima ti senti obbligato a vederle per svariati motivi, una volta tolti tutti questi fronzoli ti rimane solamente la voglia di vederli e passare del tempo con loro.
Questo è anche l’importanza secondo me dell’isolamento e della solitudine, cioè riuscire ad alternare dei momenti di solitudine e di socialità, apprezzando ancora di più il tempo dello stare insieme per davvero.
Che cosa succede dopo aver staccato la spina
Da domani fondamentalmente tornerò alla vita normale, quindi riattiverò le connessioni con il mondo, ma l’obiettivo in realtà sarà di non vedere questa settimana come una vacanza, ma piuttosto come un piccolo esperimento per capire fin dove ci si può spingere nel badare a se stessi, prendendo le distanze dal mondo senza farsi invadere.
Vorrei quindi integrare tutto quello che ho imparato in questa settimana all’interno del quotidiano, affinché si possa creare un mix sostenibile tra dovere e piacere, tra socialità e solitudine, tra impegno e riposo.
In ogni caso, sono sicuro che porterà dei grandi cambiamenti e sono anche sicuro che non sarà un esperimento isolato, probabilmente lo riproverò più avanti in maniera diversa.
Mi piacerebbe molto sapere anche la tua opinione, quindi se vuoi lasciare un commento sono qui!
Letto attentamente tutto…Intanto è un piacere ritrovarti e soprattutto leggerti con queste riflessioni e pensieri su cui sono pienamente d’accordo. Anche io ieri ho deciso di staccare la spina e nell’arco della giornata ho provato la crisi d’astinenza “da impegni”, ho lottato contro la tendenza di riempire per forza vuoti. Ho riscoperto la bellezza della mia casa e di starci per un giorno facendo cose molto semplici che hanno ridato armonia alla mia mente.
Oggi sono tornata ad affrontare la complessità delle mie giornate ma con uno spirito diverso ed una carica diversa quindi sono contenta che tu lo abbia fatto per una settimana dandoti questa amorevole possibilità di ricominciare.
È importante ascoltare se stessi per poi donarsi al mondo.
Bentornato!