Vivere con meno aiuta a focalizzarsi su ciò che davvero conta, lasciando da parte tutti gli eccessi che rubano attenzione, tempo ed energia.
Crescere per essere felici
Fino a qualche anno fa pensavo che per essere felici bisogna inseguire il PIU’: più oggetti, più soldi, più esperienze, più persone e così via all’infinito, in una gara senza fine verso il desiderato traguardo della felicità.
Quindi per anni ho esattamente continuato a inseguire questa felicità spostando sempre più in alto l’asticella di quello che volevo (o almeno che credevo di volere).
Facevo una gran fatica a proseguire quella gara, perché non mi accontentavo mai di quello che avevo e inseguivo un premio sempre più allettante.
Per me accontentarsi dei traguardi raggiunti significava perdere, fallire e non potevo certo permettermelo. Per farlo però dovevo impegnarmi sempre di più perdendo tempo ed energia.
Pensare solo alla quantità
Ma mentre accumulavo di tutto (soldi, oggetti, persone, esperienze, titoli, ecc…) non mi rendevo conto che stavo solo facendo una conta.
Non mi interessava sapere cosa stavo accumulando, perché lo stavo facendo e soprattutto se lo desiderassi davvero: l’unico obiettivo era aumentare tutto sempre di più!
Ero fermamente convinto che il benessere e la felicità fossero derivati direttamente dalla quantità, quindi nella mia testa pensavo sempre: “più faccio, più possiedo e più sono!” Come se una persona fosse solo quello che fa o possiede.
Questa credenza poi era pericolosamente alimentata dagli altri, i quali ammirano, stimano, ma soprattutto spronano a fare di più. Tranne in pochi casi, per la maggior delle persone non interessa veramente chi sei e cosa c’è dentro di te. Non amano la tua essenza, ma quello che rappresenti, quello che hai e la quantità che puoi dimostrare.
Questo è il momento più grave e pericoloso, perché ad un certo punto non vuoi crescere per il tuo cuore, ma per gli occhi degli altri, perché ti nutri della loro approvazione.
Crescere solo perché si può
Il problema principale del crescere è che si tratta di un circolo vizioso: più si fa, più si guadagna e più si trovano modi per usare quel guadagno. Quindi praticamente si autoalimenta, in una spirale autodistruttiva senza fine.
Anche a me è capitata proprio questa cosa, cioè non taravo il mio guadagno in termini di quello che mi serviva davvero per vivere, ma facevo esattamente il contrario, cioè cercavo di spendere tutto quello che le mie possibilità mi permettevano.
Non sto dicendo che ero uno spendaccione, ma sicuramente avevo tarato il mio tenore di vita sulle mie possibilità. Poi ho capito che dovrebbe essere esattamente il contrario.
So che all’inizio sembra strano come discorso, ma secondo me non ha senso tarare il proprio tenore di vita su quello si può fare.
Sarebbe come dire che siccome si possiede una macchina veloce allora si va sempre al massimo della velocità anche quando non serve. Se in realtà il desiderio fosse solo godersi il paesaggio, andrebbe bene anche usare una bicicletta. Quindi il punto sta nel tarare lo sforzo e l’impegno in base al risultato che si desidera raggiungere.
Ed è questo il punto fondamentale per me, capire cosa si vuole dalla vita e sapere quanto serve per ottenerlo smettendo di desiderare solo ciò che è possibile ottenere.
L’importante quindi è spostare l’attenzione su quello che conta per la propria vita rendendosi conto che le risorse di tempo e soldi sono ampiamente sufficienti.
Crescere ruba tempo
Infatti, la cosa più importante di cui mi sono reso conto durante il mio periodo di smaniosa crescita, è che crescere indefinitamente ti ruba tante risorse, ma forse la più importante di tutte è il tempo.
Sono sicuro che sarà capitato anche a te, di avere dei periodi molto impegnativi e di riuscire comunque a incastrare tutto, perché fondamentalmente, se sei bravo a organizzarti, in 24 ore puoi fare entrare una marea di attività. Capitava anche a me e non mi chiedevo mai se fosse giusto tentare di farle tutte o se forse avrei potuto rinunciare a qualcuna, quindi non pensavo all’importanza del tempo.
Quindi mi ritrovavo a non aver tempo per nient’altro, soprattutto per ME STESSO, perché dovevo solo andare avanti, come un treno lanciato a folle velocità. Usavo il tempo, come i soldi, solo perché era a disposizione, ma questo non voleva dire usarlo sempre a casaccio.
Non avevo mai tempo ed ero estremamente felice di questo, perché mi sembrava che non stavo sprecando la mia vita. In realtà era esattamente il contrario, proprio perché era piena di impegni che non volevo, ma credevo fossero obbligatori per una vita felice.
Non parliamo poi del tempo libero, praticamente inesistente. Anzi, oggi preferisco chiamarlo “tempo vuoto”, perché il tempo dovrebbe sempre essere libero, poiché siamo persone libere e quindi il tempo a nostra disposizione è libero di essere utilizzato come preferiamo.
Accumulare
Ma quindi nello specifico, in cosa consisteva questa crescita continua? Semplicemente nell’accumulare tutto indistintamente.
La cosa che accumulavo di più erano gli OGGETTI: tenevo da parte qualsiasi cosa, perché credevo che mi potesse servire un domani per chissà quale motivo.
Quindi avevo cassetti, mensole e mobili pieni zeppi di ogni cosa. L’armadio scoppiava, ero arrivato ad avere la bellezza di circa 300 t-shirt.
Mi ripetevo sempre: “Sai, non si sa mai, può sempre essere utile”. Anche se in realtà tutte queste occasioni di utilizzare questi oggetti non si presentavano, ma possederli mi dava una certa calma e sicurezza.
La seconda cosa che accumulavo di più erano le ESPERIENZE, cioè volevo sempre fare quello che non avevo fatto.
Addirittura me le segnavo in una lista e piano piano le depennavo. Il problema è che questa lista non conteneva i desideri, ma solamente quello che sentivo in giro e lo aggiungevo. Dicevo: “Meglio un esperienza in più che una in meno”. Quindi questa lista praticamente non conteneva piaceri, ma ulteriori doveri.
Quindi anche la mia vita cosiddetta “libera” era regolata da uno schema ben preciso di crescita. Forse questo lo facevo per apparire migliore agli occhi degli altri, i quali vedevano quante cose facessi e mi chiedevano come riuscissi a farle tutte.
Da ultimo, accumulavo PERSONE, di ogni genere. Ero amico di tutti, anche di chi non mi interessava. La cosa importante per me era accrescere il mio ego con ogni possibilità e quindi mi ritrovavo spesso in situazioni spiacevoli, che non mi interessavano, ma mi forzavo a resistere, perché sapevo che avere tanti amici era la cosa giusta da fare.
Cambiare rotta
Insomma, era un regime di vita insostenibile nel lungo periodo. Ad un certo punto, quindi, mi è venuto il dubbio che forse quella felicità sperata non sarebbe arrivata mai.
Mi sentivo come se cercassi di raggiungere la pentola d’oro sotto l’arcobaleno, che per quanto tu possa avvicinarti si sposta sempre di più. Aumentavo il mio impegno, perché credevo di non esserti impegnato abbastanza e andavo avanti perseverando e inseguendo questa felicità, non rendendomi conto che accumulavo cose senza senso.
Fermarsi a pensare
A quel punto mi sono reso conto che forse era il caso di fermarsi a pensare, perché fondamentalmente fino a quel momento non avevo tempo per fermarmi, per pensare, per riflettere e soprattutto per ascoltarmi.
Ho iniziato quindi un percorso di psicoterapia, che mi ha messo davanti a tutte le mie scelte passate e mi ha aiutato a capire se quello che avevo lo desiderassi davvero.
E’ stata durissima, perché ho cominciato a mettere in dubbio tutto quello che avevo costruito fino a quel momento: il lavoro, la casa, gli amici, gli oggetti, tutto messo in discussione. Volevo capire se erano cose che desideravo davvero o se erano semplicemente bisogni indotti.
Un ulteriore passo avanti è successo a inizio 2017 quando sono andato a trovare Anna nella sua mitica libreria di via del Pellegrino (ora invece gestisce una graziosa libreria a Trevignano Romano chiamata Libreria in Itinere), la quale mi ha consigliato due libri: Dovunque tu vada ci sei già (Jon Kabat-Zinn, 1994) e Spaceclearing (Lucia Larese, 2009). E’ stata la prima volta che sentivo parlare di consapevolezza e di liberarsi dal superfluo. Anna è stata lungimirante, aveva già capito che la mia vita era troppo densa e dovevo fare chiarezza.
Ma la svolta vera per quanto riguarda l’accumulo è arrivata a luglio 2017, quando la mia ragazza mi ha consigliato di vedere un documentario sul minimalismo. E’ stato scioccante e folgorante allo stesso tempo e ho capito subito che era quello di cui avevo bisogno.
La notte non ho dormito e alle 3 del mattino mi sono alzato per mettere sul tavolo tutti gli oggetti che non volevo più. Nel giro di qualche giorno il tavolo era vuoto! Con tutti gli oggetti sistemati.
Liberarsi dal superfluo
Mano a mano che davo via, mi accorgevo che c’erano altre cose che prima non avevo notato, perché sommerse dalle altre. Avevo la casa, la cantina e il box pieni, non ci si poteva girare e finivo quindi con l’utilizzare sempre le stesse cose che erano a portata di mano. Ma quindi dove li ho messi tutti quegli oggetti?
Vendere
La prima cosa è tentare di venderli, perché spesso sono oggetti tenuti molto bene, che hanno ancora un valore e siccome quel valore è stato pagato con soldi, lavoro e tempo, è giusto che qualcosa torni indietro.
Inoltre, le persone purtroppo apprezzano di più quello che comprano, quindi questo farà sì che quegli oggetti verranno trattati bene riducendo il rischio di venir buttati.
Se sei di Roma, posso consigliarti un posto fantastico! Si chiama Emporio 591 e mi ha svoltato la vita, perché oltre a vendere quello che non uso più posso comprare ad un prezzo accettabile quello che mi serve per davvero prendendolo da persone a cui non serve più. E’ come dare una seconda possibilità agli oggetti, una seconda vita e per me questo è bellissimo.
Donare
La seconda fase è quella di donare, quindi se alcune cose non sono vendibili (non ho detto rotte, brutte o altro, ma semplicemente non vendibili) si possono donare e farle rinascere nelle mani di una persona che ha bisogno.
Questa persona potrebbe essere un caro amico, che riceve un dono speciale, perché non è comprato per un occasione in particolare, ma è una parte di te che ti ha accompagnato per anni e che ora vuoi che prosegua il suo percorso con lui o lei. Inoltre, questa persona potrebbe chiedere maggiori informazioni su questo processo e quindi innescare un circolo virtuoso di riduzione degli oggetti nella sua vita.
Oppure si può donare alle migliaia di splendide associazioni che raccolgono beni da ridistribuire a chi ha più bisogno di noi. In ogni città ne esistono, basta solo cercarle.
Riciclare
Da ultimo, il passaggio del riciclare, che deve essere veramente l’ultimo passaggio, l’ultima spiaggia, perché, anche se non è come buttare, per trasformare gli oggetti serve un nuovo sforzo da parte della comunità e quindi è meglio vedere le prime due strade della vendita e della donazione.
Se proprio bisogna scegliere questa strada allora in ogni città si possono cercare le isole ecologiche comunali, che accettano tutto e lo dividono in base al giusto smaltimento.
Vivere con poco e in semplicità
Una volta fatto tutto questo, non volevo ricadere nei vecchi errori e quindi da quel giorno ho scelto di vivere con poco e in semplicità. Penso bene prima di comprare, perché se lo facessi di nuovo senza pensare, farei ripartire il processo da capo.
Inoltre, l’acquisto di beni con la relativa nuova produzione ha anche un costo ambientale enorme e per questo ti invito a leggere un bellissimo articolo di Annamaria Testa che parla di come gli oggetti abbiamo superato il peso di tutti gli esseri viventi della Terra.
Insomma, ho continuato così per settimane, ma non mi bastava solo occuparmi degli oggetti, volevo saperne di più su come alleggerire la mia vita e vivere con semplicità.
Leggere di minimalismo
Allora ho iniziato a informarmi, a leggere tanto, soprattutto a leggere saggi. E mi sono imbattuto in tante storie di persone che utilizzavano il minimalismo e l’essenzialismo come stile di vita, ma non per fare una vita con rinunce e senza vitalità, bensì esattamente il contrario!
Proprio come gli oggetti superflui nascondono quelli essenziali, così nella vita ci sono una marea di cose che nascondono quello a cui si tiene per davvero.
Allora leggendo ho iniziato a fare tanti esperimenti, provavo tutto quello che provavano loro e non mi sentivo più solo in questo strano cambiamento di vita.
Ricordare i progressi
Oltre a leggere ho iniziato anche a scrivere ogni mattina le pagine del mattino, perché volevo segnare tutte le mie impressioni e tutti i miei progressi in questo cambiamento che riguardava soprattutto il minimalismo.
E’ stato bellissimo vedere tutto quello che ho messo in atto negli anni, partendo da una vita fatta di eccessi a una vita molto più semplice.
Credo sia bellissimo rivedere le vecchie pagine per rendersi conto di tutto ciò che è stato fatto e avere nuova forza per proseguire nel cammino. Naturalmente, non sempre è facile, ci sono tanti ostacoli e difficoltà nel cammino. Annotare soprattutto quelli mi ricorda di tutte le sfide superate.
Vivere meglio con meno
Non è stato un cambiamento facile, ci sono voluti anni, tanti ripensamenti e sofferenza, ma a distanza di tempo riconosco che è stato un nuovo inizio fondamentale per me, perché mi ha avvicinato alla vita che vorrei vivere.
Anzi, prima di avvicinarmi ad essa, mi ha permesso di capire quale vita vorrei, perché ora la nebbia delle distrazioni si è diradata.
Ecco quindi una piccola descrizione di come cerco di vivere oggi e di come vorrei continuare a migliorare in futuro.
Vivere con meno oggetti
Al momento possiedo pochissime cose. La cantina è vuota, il box è vuoto, la casa ha pochissimi oggetti e questi pochi che resistono hanno uno scopo ben preciso di utilità presente: mi servono quotidianamente oppure mi danno gioia. Tutto il resto non c’è più.
L’armadio è vuoto, ormai uso un settimino con 7 cassetti, dove faccio entrare tutto quello che mi serve. La scrivania sempre libera, il balcone sempre vuoto. Insomma, avendo pochissimi oggetti metto in ordine in un lampo e pulisco subito, quindi guadagno tempo.
Vivere con meno spese
Avere pochissimi oggetti e desiderarne ancora meno mi permette di vivere con poco ed essere felice. Prima non annotavo le spese, quindi non saprei dire esattamente quanto spendevo, e questo era gravissimo, perché non sapere quanto si spende vuol dire non sapere dove finisce il tempo lavorato.
Dopo aver letto il kakebo (sempre su suggerimento della mia ragazza) ho iniziato ad annotare tutte le spese: il solo fatto di annotarle mi ha fatto iniziare a spendere con più consapevolezza.
Sembra una cosa difficile, perché le spese sono tante, ma proprio perché sono tante che si dovrebbe iniziare a tenerne traccia. Ora riesco a segnarle tutte con agilità, perché sono veramente poche e calcolate. Non è una cosa da tirchi, è un modo per rispettare se stessi non dimenticando il tempo prezioso usato a guadagnare i soldi.
Vivere con meno lavoro
Avendo meno spese, ho potuto cambiare lavoro lasciando il lavoro da ingegnere ben pagato, ma che non mi dava la soddisfazione sperata. Non è stato facile, perché tutto il mio percorso di studi era improntato al lavoro che facevo, ma non ero felice.
Per caso, un’amica mi ha introdotto al mondo del turismo ed in particolar modo delle case vacanze. All’inizio è stata dura, ho dovuto imparare tutto, ma con il senno di poi posso dire che è stata un’esperienza fantastica: potevo stare in giro tutto il giorno e incontrare tantissime persone da tutto il mondo, migliorando la lingua inglese e soprattutto ricevendo preziosissimi spunti di vita da centinaia di persone da tutto il mondo.
Ho imparato inoltre a conoscere Roma, a vederla con occhi diversi e non considerarla solo uno sfondo mentre andavo in ufficio. Insomma, ho iniziato a vedere tutto con occhi diversi, perché la mia prospettiva era radicalmente cambiata.
Vivere con meno impegni
Da ultimo, non avendo più la maggior parte del tempo occupata dal lavoro d’ufficio, ho iniziato a scegliere bene cosa volessi fare e mi sono ritrovato ad avere una marea di tempo veramente libero.
All’inizio non è stato facile, perché avevo ancora molta ansia da prestazione, volevo sempre far qualcosa senza stare con le mani in mano. Come ho detto all’inizio per me fermarmi significava fallire.
Con molto impegno, piano piano mi sono liberato da questa brutta sensazione, che mi accomunava ad una macchina che DEVE FUNZIONARE e non a un uomo che VUOLE VIVERE.
Vivere con meno aspettative
Da ultimo ho imparato una cosa fondamentale per vivere serenamente: apprezzare e godere di quello che ho, perché potrei perderlo da un giorno all’altro. Ho deciso quindi che non voglio perdere questa splendida occasione in attesa di qualcosa in futuro che magari non arriverà mai.
All’inizio dell’articolo avevo scritto che tutto era partito da questo mito del PIU’, ora ti posso dire che anche il MENO non è poi così male!
Ti lascio con una bellissima citazione:
Be yourself
Life is precious as it is.
There is no need to run, strive, search or struggle.
All the elements for your happiness are already here.
Just Be!
Thich Nhat Hanh
Ciao Dario!
bell’articolo e soprattutto grazie per aver condiviso la tua bellissima esperienza. Vale tantissimo.
Jacopo De Steffani (ex compagno di ing ambientale)
Ciao Jacopo, che piacere risentirti!
Grazie davvero, sono molto contento che l’articolo ti sia piaciuto e che la mia esperienza possa essere di valore per qualcuno.
A presto, Dario
Questa volta non ho letto l’articolo, ma l’ho ascoltato letto da te..bellissimo!
Io sono sempre stata una persona “da poche cose”, anche se per noi donne il “poco” è relativo!! Ho poi capito realmente l’importanza di non accumulare dopo un lutto. Qualche anno fa è mancato mio suocero, accumulatore seriale! Io e il mio compagno ci siamo ritrovati a dover svuotare una casa di 3 piani riempita a dovere. La sensazione che ho provato nel buttare milioni di cose, la maggior parte delle quali nuove, nemmeno aperte , scartate, è stata una tristezza profonda, quasi sconforto. Stavamo buttando le cose che avevano colmato per 30 anni qualche vuoto che mio suocero cercava di colmare, di riempire sino all’orlo. Dal giorno mi sono ripromessa di non ignorare o colmare con cose, tante cose, qualsiasi vuoto che in vita mi si presenterà! Almeno, l’intenzione c’è! Sono felice che la tua milionata di cose inutilizzate sia finita in un mercatino dell’usato per prendere nuova vita. Nuova vita per loro e nuova vita per te!
Un abbraccio 🙂
Ciao Francesca,
sono contento che ti sia piaciuta anche la versione audio.
Mi dispiace molto per tuo suocero, posso solo provare a immaginare la fatica di dover gestire il dolore per la perdita di una persona cara dovendo anche sistemare tutte le faccende materiali, tra cui svuotare una casa.
Sono situazioni spiacevoli, ma fanno riflettere molto, perché creano una brusca rottura con il passato e costringono a pensare.
Come dici tu i vuoti possono essere semplicemente colmati con cose a caso, come ho fatto io, ma non è mai come fermarsi a pensare per cercare di ripararli con calma dall’interno.
Grazie ancora e un abbraccio,
Dario
Grazie Dario.
Leggere queste parole mi ha davvero avvicinato al tuo intimo, sei stato bravo a trasmettere davvero quello che provavi e che provi, è un po’ come conoscerti davvero. Queste corse verso l’accumulo, di esperienze, di titoli, di persone, spesso ci fanno inciampare. Non è grande chi non cade, ma chi cadendo riesce a rialzarsi, anche zoppicando, e impara a camminare di nuovo, come stai facendo tu. Poche persone hanno il coraggio di fare quel che hai fatto, quel che fai. Sii forte, continua così, è difficile, ma lo è stato per tutti i grandi della storia. “Una generazione dovrà pure cominciare la lotta nella quale una generazione successiva vincerà.” – F.Nietzsche, Schopenhauer come educatore (Considerazioni inattuali III, 1874)
Ciao Simona,
grazie per l’affettuoso supporto e per la splendida citazione.
Sono d’accordo con te che alcuni passaggi della vita sono necessari per poter migliorare, come si suol dire “sbagliando si impara”.
Anche inciampare quindi fa parte del gioco, ma non bisogna abbattersi, anZi si può costruire un nuovo equilibrio proprio partendo dalle esperienze fatte.
Grazie ancora e a presto,
Dario
Grazie per averci regalato questa tua confessione, questo racconto di una metamorfosi che ti ha portato a “girare l’angolo”.
Le scelte che hai fatto, coraggiose per molti aspetti, sono state la forza anzi la benzina per il motore che è ripartito, passo dopo passo ti sei scrollato di dosso le difficoltà ma anche la polvere che si era posata sui tuoi desideri.
Grazie per averci regalato queste righe, lo ripeto: mi auguro che possano raggiungere anche quelle persone che sono ferme ed aspettano un suggerimento, una occasione, uno spunto … per iniziare un nuovo percorso sopravanzando gli ostacoli e girando l’angolo.
Grazie a te Anna per tutto l’affetto e il supporto!
Grazie soprattutto per aver contribuito allo spunto iniziale del mio cambiamento che mi ha portato a “girare l’angolo”. Nel mio piccolo ora vorrei restituire il favore che ho ricevuto da te, condividendo la mia esperienza per essere a mia volta un spunto piccolo (ma fondamentale) quando la vita sembra bloccarti.
Grazie ancora, Dario